9 maggio 2018

Attraverso il Tevere si riforniva Roma di tutto il necessario. E la Presidenza delle Ripe controllava...

Tevere, porto di Ripa grande
A Roma in passato funziovano due porti fluviali molto importanti per la città: Ripa, che aveva il maggiore traffico di merci, e Ripetta 
Gli unici porti del lontano passato che erano rimasti attivi.  
Il porto di Ripetta  serviva per il commercio con le regioni dell'Umbria e della Toscana e il porto di Ripa Grande, il più importante, che serviva per i collegamenti verso il mare in direzione dei porti di Fiumicino e di Ostia A Ripa venivano scaricati grano, vino, fritta, generi coloniali, mentre Ripetta, più piccolo ma ugualmente importante, si scaricavano: carbone, vino, olio e legna. 
Il porto di Ripetta era adatto per le barche di piccolo tonnellaggio, chiamate barcacce. Queste piccole imbarcazioni servivano al trasporto di legname, del vino e del travertino.  
Mentre al porto di Ripa Grande, davanti al colle Aventino, e a valle del colle Gianicolo,  potevano attraccare velieri anche di notevole stazza, che trasportavano i materiali più disparati, oltre i pellegrini che arrivavano a Roma via mare.
Questo tipo di navigazione ed i porti sul Tevere, rimasero attivi durante il medioevo, l'età moderna e la loro esistenza si concluse dopo l'Unità d'Italia, con l'edificazione dei muraglioni e dei lungotevere.

LA PRESIDENZA DELLE RIPE. Dai primi del '500 all'800, era stata attivata un'istituzione ad hoc, la Presidenza delle Ripe, che aveva il compito di vigilare sulla regolamentazione del traffico fluviale, sempre più intenso. Tramite il fiume infatti si soddisfavano le esigenze primarie e le più diverse richieste del mercato della capitale. 
Porto di Ripetta
Così il Presidente delle ripe, tramite il suo ufficio, assicurava che a Roma arrivassero vivericombustibili, vino e gli altri generi di cui la città necessitava. 
Perchè il sistema funzionasse era indispensabile una buona regolamentazione dell'intenso traffico, che si svolgeva nel porti di Ripa e Ripetta. 
CONTROLLO SUL FIUME. Tramite il controllo e i numerosi editti emanati dal presidente si stabilivano norme per manutenzione delle ripe del fiume, come la rimozione di tronchi , sassi etc che spesso ne impedivano la buona navigazione.

LA NORMATIVA. Tutte le merci trasportate dai barcaioli sul fiume dovevano essere "dichiarate" tramite assegne, una specie di autocertificazioni presentate davanti ai notai di Ripa e Ripetta, che lavoravano per la Presidenza.
Per poter salpare o attraccare dai porti, i proprietari dei vari tipi di barche  doveva infatti ottenere la licenza rilasciata da questo Ufficio. 
Poichè non tutte le imbarcazioni, soprattutto quelle grandi, potevano arrivare fino a Roma e si fermavano a Fiumicino, funzionava anche un servizio di tiro coi bufali, che risaliva il Tevere. 
E anche il tiro dei bufali per le chiatte e le barche, che risalivano il Tevere da Fiumicino e poi i battelli a vapore della marina pontificia rientravano nella giurisdizione della Presidenza delle Ripe. 
Non va dimenticata che la Presidenza, tramite tribunali, aveva anche importanti funzioni giudiziarie. E si può solo immaginare il lavoro di questo organi nel giudicare i contrasti, le liti, gli illeciti che  avevano luogo fra i molti frequentatori del fiume: barcaroli, facchini, proprietari di barche, commercianti di vari generi, sensali....  

Poiché di notte la navigazione si fermava, dovevano esistere delle basi, una sorta di stazioni fluviali,  per la sosta delle imbarcazioni fornite di ormeggi ed istallazioni. Tali strutture erano tutte dotate di un corpo di polizia e di vigili del fuoco, che controllavano le navi, le vigilavano dal pericolo di  incendi e le proteggevano dalle incursioni dei ladri fluviali. 

LA LEGNA. Un commercio molto importante per la città e che ricorre spesso nei documenti conservati nell'archivio della Presidenza delle ripe è quello del legno.
In mancanza di altre fonti alternative, c'era necessità di procurarsi legna sia per gli usi domestici che lavorativi. la legna sia da ardere che da lavoro doveva essere importata.  Come tanti altra merce necessaria alla popolazione, il legname arrivava dal Tevere, che , come detto, costituiva una importante risorsa per la città. E proprio a monte del porto di Ripetta c'era una legnara, dove si scaricava la legna, proprio davanti all'Ospedale San Giacomo degli incurabili. 

LE CARTE E LA BIBLIOGRAFIA. Interessante è l'archivio di questa magistratura cfr. ASRoma, Presidenza delle Ripe (1708-1849).
Vedi C. Nardi,  Il tevere e la città: l'antica Magistratura portuale nel secoli XVI-XIX,  Bonsignori, 1989; inoltre cfr. F. Colzi, Il Tevere ed il commercio del legno a Roma nel XVIII secoloMélanges de l'école française de Rome,  2006.